Ago22

Senza rete/1: Franco Montuori, il coraggio A2 mani

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La parola d’ordine è perseveranza. Franco Montuori, presidente della P2P GIVOVA Volley, ne ha fatto il grido di battaglia, lo stile di vita. Non getta mai la spugna, il patron. Non l’ha mai fatto, neppure quando in azienda, nei primi giorni di faticoso avvio delle attività, acquistava il Corriere dello Sport a… fondo perduto. Ogni mattina all’alba, si faceva consegnare la copia dall’edicolante e la consegnava alla persona che aveva individuato come futuro capo officina. Ogni mattina, il ghigno dell’interlocutore: "Può mai essere che mi paghi per star seduto sulla sedia?". Ogni mattina, la risposta puntuale: "Perseverare. Dammi fiducia e vedrai. Entro 2 anni, sarai il capo officina e guiderai almeno 25 operai. A Natale, invece, erano già 38".

Nella sua azienda, la SIP&T che adesso è il suo vanto e modello di efficienza, Franco Montuori ci accoglie per un’intervista tra le nuvole di fumo della sua sigaretta. Il presidente della P2P GIVOVA conosce la prima regola del comunicatore: ascoltare tanto, parlare al momento opportuno. Ad ogni domanda, riflessione. Se serve, il patron riflette ad oltranza. Poi risponde. La sua primogenita Rossella, dirigente appassionata della P2P GIVOVA ma soprattutto la futura guida dell’azienda di famiglia, l’ha inorgoglito quando a Milano, a conclusione di un brillante percorso di specializzazione, ha definito il papà “l’uomo con  la valigia dapprima piena di sogni e poi piena di lavoro”.

I sogni, però, non sono spariti. I prossimi, nel volley? “Parto dall’analisi degli ultimi tre anni: due promozioni e una retrocessione. Questi tre anni sono valsi come sei stagioni sportive. Con il mio staff – che è cresciuto notevolmente, più di quanto immagini – ho deciso che potevamo cimentarci con l’A2, anche se l’obiettivo iniziale era riappropriarci della categoria di B1 che avevamo perso sfortunatamente dopo aver tanto sudato per guadagnarla. Adesso vediamo se la crescita della nostra base consolidata, con l’aggiunta di qualche nuovo tassello, ci permetterà di creare un gruppo granitico per fare bene il nostro lavoro, lasciando al coach Castillo gli interventi sulla parte tecnica. Dopo gli occhi gonfi per la visione di tanti video, il direttore sportivo e l’allenatore hanno dovuto disimpegnarsi tra i tornanti e le curve del mercato attenendosi a parametri di budget poco al di sopra della sufficienza. L’obiettivo è la salvezza. Spero di raggiungerla con qualche giornata di anticipo”.

L’ufficio del presidente consta anche di una finestra a vetri, che affaccia sulla officina dove si costruiscono utensili da esportare in tutto il mondo. La squadra di pallavolo e il gruppo di lavoro somigliano a qualche attrezzo presente in fabbrica? Se sì, a quale? Riflessione, boccata di fumo. La risposta: “Paragonerei tutto lo staff dirigenziale e tecnico ad un carotiere, un attrezzo che avanza nei materiali più difficili e non omogenei, facendo un ottimo lavoro, se la coppia è adatta, a partire dalla testa di rotazione”.

Il metodo SIP&T può essere utilizzato nella pallavolo? “Per certi versi, per me la P2P è sempre stata un’azienda: passi importanti ma sempre consapevoli di ciò che siamo. Racchiudo tutto in due parole: lavoro e sacrificio”. La SIP&T ha festeggiato di recente i 20 anni di attività e la P2P, fondata nel 2009, ha già superato la crisi del settimo anno. Quali sono stati i momenti più esaltanti e quelli più complicati? “I momenti belli di sicuro le promozioni ma anche la sofferta salvezza in serie D con il contributo di Patryk Kawalec e di Franco Cutolo in panchina – risponde il presidente – quello più difficile l’anno scorso, ma il campionato è finito con grinta e orgoglio. Come recita qualche slogan… lo stile e la serietà non retrocedono”.

Il presidente Franco Montuori è uno sportivo a tutto tondo. Da giovane giocava nella squadra di Acquamela, è stato presidente della Due Principati nel calcio a 11, portandola fino all’Eccellenza. Adesso è il direttore tecnico della Bocciofila Enrico Millo, unica società del Sud in serie A di raffa l’anno scorso. “Benvenuti al Sud” sarà anche lo slogan del volley? “Lavorare al Sud – risponde il patron – richiede molto più impegno e sacrificio, sia economico che di trasferte. In serie A di bocce siamo stati la portacolori del Sud, una matricola di ferro capace di spaventare gli squadroni. Dico, dunque, Benvenuti al Sud anche alle squadre settentrionali di volley, orgogliosi della nostra meridionalità, storia, cultura, tradizioni. Dividiamo questo onore con Soverato e Caserta, più le isolane Marsala e Olbia. Mi piacerebbe, prima del campionato, organizzare “un terzo tempo” con tutti i miei colleghi presidenti del volley e condividere con loro la passione per la pallavolo e tante altre cose che ci accomunano”.

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